G̳L̳I̳ ̳I̳S̳P̳E̳T̳T̳O̳R̳I̳ ̳A̳M̳B̳I̳E̳N̳T̳A̳L̳I̳ ̳T̳E̳R̳R̳I̳T̳O̳R̳I̳A̳L̳I̳ ̳C̳I̳V̳I̳L̳I̳S̳ ̳S̳C̳O̳P̳R̳O̳N̳O̳ ̳U̳N̳ ̳E̳N̳O̳R̳M̳E̳ ̳A̳B̳B̳A̳N̳D̳O̳N̳O̳ ̳L̳A̳S̳T̳R̳E̳ ̳D̳I̳ ̳E̳T̳E̳R̳N̳I̳T̳
Sulla Strada Provinciale 60 vicino alla casa cantoniera della Provincia, prima del bivio per Fonterosa frazione di Manfredonia.
L’amianto (conosciuto anche come asbesto) è un insieme di minerali naturali fibrosi, composti da sostanze denominate silicati (o sali di silicio) in associazione con vari metalli (alluminio, ferro, manganese, magnesio, calcio). Viene estratto in forme diverse (es. crisotilo, serpentino, tremolite) da miniere e cave sia a cielo aperto che in profondità. Il termine amianto deriva dal greco “amiantos”, cioè incorruttibile, mentre il sinonimo asbesto deriva dalla parola greca “asbestos”, ossia inestinguibile, caratteristiche che ne hanno diffuso enormemente l’utilizzo. Infatti, poiché le fibre di amianto, oltre ad essere flessibili e leggere, resistono particolarmente al fuoco, al calore e alle sostanze chimiche, l’asbesto in passato è stato utilizzato nella produzione di più di 3000 prodotti, specialmente nel settore delle costruzioni. L’amianto è stato impiegato infatti per la realizzazione di materiali di copertura e pavimentazione (circa l’80% sotto forma di prodotti di cemento-amianto, noti come eternit); nelle carrozze ferroviarie; come materiale di isolamento (termico ed elettrico), anche per le tute di protezione degli operai; per rivestimenti di forni e per la produzione di contenitori e tubature per il deposito o la distribuzione di acqua potabile. A partire dal 1994 l’Italia, grazie alla legge n. 257 del 1992, vieta l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione di amianto e di tutti i prodotti contenenti questo minerale. Il nostro paese, fino a quel momento, è stato uno dei maggiori produttori e utilizzatori di asbesto in Europa, con più di 3,5 milioni di tonnellate di amianto grezzo dal secondo dopoguerra in poi.