NAPOLEONE CERA CONTROBATTE A TESTA ALTA AL “RINVIO A GIUDIZIO DELLA PROCURA”
Sono stato accusato di aver fatto una politica con una “salumeria” come segreteria politica.
Ebbene non per aver preso soldi, non per aver truffato, rubato o truccato concorsi, il peccato è stato quello di avere avuto una segreteria sempre piena di gente che voleva essere solo ascoltata e qualche volta incoraggiata.
Aristotele diceva che la “politica” è l’amministrazione della “polis” per il bene di tutti.
Oggi subisco questo rinvio a giudizio, seppur con un quadro mutato e con meno capi d’accusa iniziali, sapendo di aver sempre agito nell’interesse del mio territorio e dei miei concittadini senza mai aver tratto vantaggio personale di nessun tipo.
Vado a processo, quindi, a testa alta, perché la mia politica, che è poi anche quella della mia famiglia, è fatta di sorrisi, strette di mani e di abbracci.
In questa brutta vicenda non mi avete lasciato un attimo, facendomi sentire sempre protetto dal vostro affetto.
Sono convinto che continuerete a farlo non solo perché mi conoscete ma anche perché, potete starne certi, non lascerò mai nessuno per strada soprattutto quando ci si sente abbandonati dalle Istituzioni.
Vado avanti, estraneo ai fatti addebitatemi e pienamente fiducioso nel lavoro della magistratura.