ARRESTATO GIUDICE E AVVOCATO PER AGGIUSTARE SENTENZE DELLA CRIMINALITA’DELLA CAPITANATA E DEL GARGANO.
I pentiti della criminalità della Capitanata del gargano hanno fatto scoprire una toga sporca e un avvocato.
Le indagini svolte dai Carabinieri reparto investigativo di Bari hanno addirittura consentito di riprendere le dazioni di denaro a titolo di corruzione che, per il tramite dell’avvocato Chiariello per le famiglie criminali della Capitanata e del Gargano pagavano per “aggiustare sentenze”.
Il G.I.P. giudice per indagini preliminari è stato sorpreso a ricevere una busta piena di banconote da un avvocato. Il giudice barese Giuseppe De Benedictis è stato arrestato e condotto in carcere dai carabinieri del Nucleo investigativo di Bari. Gli incontri avvenivano presso lo studio dell’avvocato Chiariello,dove avvenivano gli incontri per la consegna del denaro. L’inchiesta è stata portata avanti dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce coordinata dal procuratore Leonardo Leone de Castris ex procuratore di Foggia. Il 9 aprile fu effettuata una perquisizione nell’ufficio giudice De Benedictis, che era stato pedinato mentre, nelle prime ore del mattino, si recava nello studio dell’avvocato Chiariello.
In questo luogo è’ stato sorpreso a ricevere una busta piena di banconote dall’avvocato. Il giudice barese Giuseppe De Benedictis è stato arrestato e condotto in carcere dai carabinieri del Nucleo investigativo di Bari. Gli incontri avvenivano presso lo studio del legale,dove avvenivano gli incontri per la consegna del denaro. Il reparto investigativo dei Carabinieri installo delle telecamere su diposizione della Direzione distrettuale antimafia giorno 9 aprile dove furono registrate tutte le movimentazioni dello stesso.
Sono state effettuate perquisizioni presso lo studio e l’abitazione dove con appurata e scrupolosa professionalitàgli inquirenti hanno scovato dove venivano nascosti i soldi.
Nelle prese elettriche e telefoniche erano nascosti i soldi per un importo di 60 mila euro.
Gli importi pagati dall’avvocato per ottenere le sentenze favorevoli oscillavano tra i 5 mila ed i 6 mila euro.
Questo fa capire che sapeva di essere controllato per attività illecite.
Da una verifica effettuata dagli inquirenti hanno riscontrato che chi beneficiava o aveva agevolazioni erano le famiglie mafiose o legate alla criminalità organizzata barese, foggiana e garganica.
Sono state effettuate molte perquisizioni sia in carcere che nelle relative abitazioni o presunte dei detenuti appartenenti alle famiglie criminali trascritte sopra. Sono state effettuate diverse intercettazioni telefoniche grazie alle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, i quali hanno dichiarato come alcune sentenze di primo grado venivano ribaltate a Bari. Gli investigatori allertati dal fatto che le sentenze venivano modificate in appello hanno iniziato ad insospettirsi effettuando riunioni ristrette facendo partecipare solo alcuni giudici.
Questo non ha fatto scoraggiare sia gli inquirenti e la magistratura anzi l’esistenza di un sistema corruttivo, tra magistrato e avvocato, in base al quale in cambio di somme di denaro il giudice emetteva provvedimenti favorevoli agli assistiti del legale,ha stimolato a svolgere l’attività investigatrice più scrupolose.
Contributo sostanziale è stato cio’ che hanno riferito alcuni pentiti, l’esistenza di tale sistema era noto per gli addetti ai lavori. Il mondo criminale della Puglia centro nord sapeva che in appello avrebbero avuto sostanziali aiuti. I carabinieri hanno ascoltato conversazioni nelle quali De Benedictis e Chiariello discutevano le modalità piu’idonee per motivare con una serie di astuzie tecniche giuridiche di alleggerimento delle misure cautelari trovando un accordo sia sul quantum sia sulle pene. Alcune volte i carabinieri ascoltavano e vedevano il conteggio del denaro che effettuavano entrambi in ufficio.Questa operazione fa comprendere meglio che non tutti sono uguali e che molti che sono la maggioranza credono nei principi della moralità e nella costituzione soprattutto per chi ci ha giurato sopra.