MUTAZIONE DEL VIRUS E LE DIVERSE VARIANTI.
Quando un virus si replica o crea copie di se stesso a volte cambia leggermente. Questi cambiamenti sono chiamati “mutazioni”. Un virus con una o più nuove mutazioni viene indicato come una “variante” del virus originale.
Finora sono state identificate in tutto il mondo centinaia di varianti di questo virus. L’OMS e la sua rete internazionale di esperti monitorano costantemente le modifiche in modo che, se vengono identificate mutazioni significative, l’OMS può segnalare ai Paesi eventuali interventi da mettere in atto per prevenire la diffusione di quella variante.
La variante insorta nel Regno Unito (cosiddetta “variante inglese“) sta diventando prevalente nel nostro Paese. In base ai dati della seconda della seconda variante condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, con il supporto della Fondazione Bruno Kessler e in collaborazione con il Ministero della Salute, le Regioni e le Provincie autonome, in Italia al 18 febbraio 2021 la prevalenza della “variante inglese” del virus Sars-CoV-2 (variante VOC 202012/01, nota anche come B.1.1.7) era del 54,0%, con valori oscillanti tra le singole regioni tra lo 0% e il 93,3%, mentre per quella “brasiliana” (variante P.1) era del 4,3% (0%-36,2%) e per la “sudafricana” (variante 501Y.V2) dello 0,4%(0%-2,9%).