Deposito rifiuti nucleari, la rivolta dei Presidenti di Regione e dei Sindaci. 67 aree individuate in 7 regioni. Sindaci in rivolta
La proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) costituisce il primo passo di un percorso condiviso e partecipato che porterà a individuare il sito dove realizzare il Deposito
La CNAPI è la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee a ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico, nella quale sono individuate le aree le cui caratteristiche soddisfano i criteri previsti nella Guida Tecnica n. 29 dell’ente di controllo ISPRA (oggi ISIN) oltre che i requisiti indicati nelle linee-guida della IAEA (International AtomicEnergy Agency).
Come indicato nella Guida Tecnica n. 29, “si intende per aree potenzialmente idonee le aree, anche vaste, che presentano caratteristiche favorevoli alla individuazione di siti in grado di risultare idonei alla localizzazione del deposito, attraverso successive indagini di dettaglio e sulla base degli esiti di analisi di sicurezza condotte tenendo conto delle caratteristiche progettuali della struttura del deposito”.
Queste caratteristiche favorevoli si determinano sulla base di Criteri di Esclusione e di Approfondimento, che escludono le aree interessate da, ad esempio, elevato rischio vulcanico e sismico, fagliazioni, frane, alluvioni o che insistono su aree protette o insediamenti civili, industriali e militari
Le 7 regioni individuate per la realizzazione del deposito dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività sono Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Il deposito ospiterà 78mila metri cubi di rifiuti atomici per un investimento complessivo di 900 milioni di euro. La costruzione del deposito genererà oltre 4mila posti di lavoro all’anno per 4 anni di cantiere.
Le aree individuate sono “il risultato di un complesso processo di selezione su scala nazionale svolto da Soginin conformità ai criteri di localizzazione stabiliti dall’Isin(Ispettorato per la sicurezza nazionale e la radioprotezione), che ha permesso di scartare le aree che non soddisfacevano determinati requisiti di sicurezza per la tutela dell’uomo e dell’ambiente” viene spiegato in una nota diffusa da Sogin.
Dopo la pubblicazione della mappa, attesa dal 2015, ora si aprirà la fase di consultazione pubblica in cui le regioni, gli enti locali e tutti coloro che sono interessati, potranno avanzare proposte e osservazioni di natura tecnica e a cui seguirà un seminario nazionale dove verranno discussi anche i possibili impatti economici del progetto.