I 32 alloggi della discordia finiscono in Tribunale. Edil Ambiente Srl e Aedilia Costruzioni Srl chiedono i danni al Comune di Foggia
Che la vicenda dei 32 alloggi e dei 32 box da destinare al tamponamento dell’emergenza abitativa fosse una strana storia di ritardi, promesse e ricorsi lo avevamo detto. Troppo controversa la vicenda che ha interessato il rapporto tra le imprese Edil Ambiente Srl e Aedilia Costruzioni Srl ed il Comune di Foggia. “Gli alloggi della discordia”, li avevano definiti ieri. Ed oggi, puntualmente, la questione si arricchisce di un nuovo particolare: la lettera con la quale le due ditte chiedono all’Amministrazione un risarcimento danni.
Le tappe. Nel 2008 le due imprese sottoscrivono con il Comune un Piano Integrato, nell’ambito del quale si impegnano a consegnare all’Amministrazione comunale, nella parte dell’accordo destinata all’edilizia sociale, 32 alloggi e 32 box per 12 anni ad un canone calmierato di 300 euro mensili, Secondo le ditte però la crisi del settore dell’edilizia aveva reso difficoltoso il rispetto dell’impegno. Da qui la proposta di consegnare subito al Comune, in sostituzione degli alloggi destinati all’edilizia sociale ancora da realizzare, altri 32 alloggi e 32 box già pronti e relativi alla parte privata del programma, aventi un’ubicazione diversa da quella originaria. Una proposta accolta dal Consiglio comunale il 28 novembre 2018, che però in quella circostanza operò una modifica unilaterale dell’accordo, disponendo che il contratto di locazione venisse stipulato direttamente dalle imprese con i singoli assegnatari, senza alcun onere a carico del Comune. Una necessità dettata dall’impossibilità dell’Amministrazione comunale di stipulare contratti di locazione passiva per via della difficile condizione finanziaria dell’Ente – da cui discendevano espliciti divieti da parte della Corte dei Conti – e per evitare contestualmente la necessità di operare una variazione di bilancio che rendesse possibile l’operazione. L’efficacia della deliberazione era comunque vincolata all’acquisizione della volontà delle ditte proponenti da parte del Comune. Un via libera mai arrivato. Anzi, Edil Ambiente Srl e Aedilia Costruzioni Srl impugnarono la delibera dinanzi al Tar, contestando appunto la modifica unilaterale che disponeva che i contratti di locazione venissero stipulati tra le ditte ed i singoli assegnatari. Un’impugnazione confermata il 30 settembre 2020, quando le imprese avanzarono al Comune la proposta di una soluzione transattiva di carattere economico, finalizzata alla definizione di tutte le obbligazioni derivanti dalla sottoscrizione dell’originario Accordo di Programma. Il 26 ottobre 2020 il Consiglio comunale provvede allo stralcio dell’emendamento “incriminato” e dispone che sia il Comune, in ragione del sensibile miglioramento della propria condizione finanziaria e del venir meno dei divieti imposti dalla Corte dei Conti, a sottoscrivere il contratto di locazione con gli assegnatari dei 32 alloggi. Una soluzione – anch’essa unilaterale – nelle intenzioni del Comune disposta proprio per venire incontro alle esigenze delle ditte.
La richiesta di risarcimento danni. Qualcosa però nel frattempo si incaglia. Le due imprese, che al momento non hanno ritirato il ricorso al Tar, “non danno più notizie”, come dichiarato dal sindaco Franco Landella ieri. Morale della favola: non ci sono più i 32 alloggi ed anzi, come si apprende oggi, sono le due imprese a mettere in mora il Comune. Con una lettera indirizzata proprio al sindaco, pare qualche giorno prima della sua dichiarazione, le imprese invitano il Comune ad adempiere agli originari obblighi assunti e risarcire un danno stimato in 226.600 euro derivante dagli interventi operati sugli immobili a seguito delle occupazioni abusive avvenute nei tre anni di distanza tra la delibera del 28 novembre e quella del 26 ottobre 2020, ai quali si aggiungono 172.800 euro relativi alle mensilità non incassate. Per le due ditte, che nella missiva confermano la volontà di proseguire la controversia promossa al Tar, il Comune di Foggia sarebbe inadempiente e pertanto dovrebbe risarcirle di un danno quantificato in 5 milioni 399 mila euro, frutto del fatto che le imprese per tre anni non hanno potuto disporre liberamente dei 32 alloggi, che peraltro nel corso del tempo hanno anche subito un depauperamento del loro valore. Nel novembre del 2019, in particolare, le due imprese, nell’ambito del tavolo conciliativo insediato a Palazzo di Città, si erano dichiarate disponibili a versare al Comune circa 131mila euro, una somma corrispondente al vantaggio economico a favore del Comune rispetto ad un normale rapporto locatizio di 32 alloggi protrattosi per 12 anni. Una richiesta ribadita oggi, a fronte del cui accoglimento le due ditte sarebbero pronte a rinunciare alla richiesta di risarcimento danni.
Dubbi e giustizia amministrativa. Dunque nessuna volontà di fare un passo indietro. Nessuna volontà di considerare la delibera dell’ottobre scorso come un atto risolutivo della controversia. Adesso la partita si sposta verosimilmente nelle Aule di tribunale. Perché va fatta chiarezza: la deliberazione del Consiglio comunale dell’ottobre 2018 costituiva un vincolo per le due imprese, nonostante l’emendamento unilaterale non condiviso e rigettato dalle ditte, che pure avevano formulato la proposta, oppure di fatto questo aspetto privava di efficacia il deliberato dell’Assemblea consiliare, lasciando sopravvivere esclusivamente l’accordo originario, che obbliga le due ditte alla consegna dei 32 alloggi (ancora da costruire) solo alla naturale scadenza del Piano Integrato? E ancora: il danno invocato dalle due imprese è reale oppure, proprio in forza della eventuale mancata efficacia della deliberazione del 26 ottobre 2020, non lo sarebbe, dal momento che Edil Ambiente Srl e Aedilia Costruzioni Sr avrebbero potuto in quei tre anni comunque disporre liberamente degli alloggi? La faccenda, insomma, si ingarbuglia. E come troppo spesso accade dalle parti di Palazzo di Città, probabilmente dovranno essere adesso i giudici amministrativi a sbrogliare la matassa.