Studio sulla diffusione del Covid 19 nell’aria: ha contribuito l’Ipzspb di Foggia
C’è anche il contributo dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata (Izspb) nell’importante studio multidisciplinare, condotto a maggio 2020 analizza le concentrazioni in atmosfera di SARS-CoV-2 a Venezia e Lecce, evidenziandone le implicazioni per la trasmissione veicolata dall’aria.
L’indagine è stata condotta dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Lecce, dall’Università Ca’ Foscari Venezia, dall’Istituto di scienze polari del Cnr (Cnr-Isp) di Venezia in collaborazione, appunto con l’Izspb di Foggia.
Le istituzioni scientifiche hanno analizzato le concentrazioni e le distribuzioni dimensionali delle particelle virali nell’aria esterna raccolte simultaneamente, durante la pandemia, in Veneto e Puglia nel mese di maggio 2020, tra la fine del lockdown e la ripresa delle attività.
La rapida diffusione del Covid-19, e il suo generare focolai di differente intensità in diverse regioni dello stesso Paese, hanno sollevato importanti interrogativi sui meccanismi di trasmissione del virus e sul ruolo della trasmissione in aria mediante le goccioline respiratorie. Mentre la trasmissione del SARS-CoV-2 per contatto (diretta o indiretta tramite superfici di contatto) è ampiamente accettata, la trasmissione aerea è invece ancora oggetto di dibattito nella comunità scientifica.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Environment International, contribuisce a chiarire i meccanismi di trasporto del virus e rivela che c’è una probabilità bassa, quasi trascurabile, di trasmissione del contagio all’esterno attraverso l’aria, a meno che non ci si trovi nelle zone di assembramento.
“Un rischio maggiore potrebbe esserci in ambienti indoor di comunità scarsamente ventilati, dove le goccioline respiratorie più piccole possono rimanere in sospensione per tempi più lunghi ed anche depositarsi sulle superfici”, sottolinea Andrea Gambaro, professore a Ca’ Foscari. “E’ quindi auspicabile mitigare il rischio attraverso la ventilazione periodica degli ambienti, l’igienizzazione delle mani e delle superfici e l’uso delle mascherine”.
Loris Castriota Skanderbegh