Giuliano Volpe: una sua intervista sulla prestigiosa rivista “Archeo”
Sul numero di novembre della prestigiosa rivista “Archeo” è stata pubblicata un’intervista al prof. Giuliano Volpe, ordinario di Archeologia presso l’Università di Bari, Consigliere del Ministro dei Beni Culturali e già Rettore dell’Università di Foggia, che ha parlato della “Convenzione di Faro”.
L’accordo internazionale, stipulato nel 2005 nella cittadina portoghese di Faro e ratificato in Italia il 23 settembre scorso, afferma il valore dei Beni culturali come strumento di dialogo e pace tra le culture e ha l’obiettivo di rendere i cittadini partecipi della tutela e gestione del patrimonio storico-artistico.
Da diverse settimane, il noto archeologo è impegnato nel divulgare l’importanza dell’accordo, alle volte strumentalizzato a livello politico (come quando lo si chiamò infondatamente in causa per spiegare perché si coprivano le nudità delle statue in caso di visite di autorità di alcuni stati islamici: Volpe ha spiegato che il trattato non lo prevede) e in altri casi ignorato dagli stessi governi sottoscrittori (Grecia, Francia e Germania non l’hanno ancora ratificato nei propri parlamenti).
La Convenzione, ha anche sottolineato Volpe, può essere uno strumento di rilancio dell’economia, dopo la crisi causata dalla pandemia, per il ruolo attivo nella fruizione dei beni culturali che il documento sollecita ai cittadini che possono farsi promotori di episodi di imprenditoria creativa mirate alla gestione e valorizzazione di beni culturali che lo stato non riesce ad offrire alle visite del pubblico per la mancanza di personale e risorse.
Il meritato ruolo di assoluto rilievo rivestito dal prof. Volpe nel panorama culturale -e, più specificamente, archeologico- italiano ed internazionale, suscita disappunto ed amarezza in ambito foggiano, se si considera che lo stimato docente è stato rettore e docente dell’Università di Foggia, nella quale aveva reato un polo archeologico noto e conosciuto per importanti indagini e pubblicazioni, formando uno stuolo di giovani e bravi archeologi che stanno avendo successo in ambito accademico e nelle attività delle soprintendenze. Un patrimonio di eccezionali risultati gettati alle ortiche quando il prof. Volpe è stato gradualmente posto in posizioni marginali dell’organizzazione didattica dell’ateneo daunio, arrivando a far scomparire il Corso di Laurea in Archeologia che per tanto tempo aveva magistralmente coordinato.