“Questo Parco del Gargano non serve a niente”: il sindaco di Apricena è arrabbiato. Potenza tuona contro la gestione dell’Ente naturalistico: “Progetti zero, solo un carrozzone politico che frena lo sviluppo del territorio” – L’INTERVISTA –
Poco più di una settimana fa, il 5 novembre, nell’assise telematica che ha visto i sindaci della Comunità del Parco nazionale del Gargano riunirsi insieme a Pasquale Pazienza, presidente dell’Ente naturalistico, non si è parlato soltanto della vicenda che tiene sospesa la vita amministrativa di questa realtà, ormai da mesi. Non si è prodotta soltanto una discussione nella quale Pazienza ha aggiornato i sindaci sull’attivazione di un’indagine della Guardia di Finanza a seguito della denuncia dell’Ente per peculato nei confronti dell’ex direttrice Maria Villani (nominata dal ministro Costa e defenestrata dal presidente Pazienza durante il periodo di prova con conseguenti ispezioni del Ministero dell’Ambiente per approfondire la vicenda). Non si è prodotta neppure soltanto, tra le altre cose, la lettera con la quale i sindaci difendono Pazienza e fanno la voce grossa col ministro chiedendo la nomina ufficiale dei 4 membri (afferenti alla Comunità del Parco) del nuovo Consiglio direttivo dell’Ente, auto-elettisi – ormai più di 100 giorni fa – su direttive del Dicastero, senza però aver ancora ricevuto una validazione da Roma, in assenza, di più, anche del decreto di nomina degli altri 4 membri del Consiglio direttivo (3 dei quali sono di competenza governativa nazionale). Ma si è prodotto pure un dibattito all’ordine del giorno, cui ha seguito votazione, su una variazione di bilancio di previsione d’esercizio in conto competenza e cassa per 456mila euro proposta dal direttore dell’Ente facente funzione Vincenzo Totaro. Di questa somma, 200mila euro, nello specifico, sono stati previsti per la “necessaria implementazione del sistema informatico del Parco, per completare l’intero processo di dematerializzazione iniziato nel 2016”. “Pertanto – ha concluso Totaro – occorre prevedere una spesa massima di 200mila euro, identificata tra le spese di investimento con istituzione del capitolo d’uscita”. Una posizione che ha creato non poche perplessità all’interno della Comunità dei sindaci garganici, i quali però, per evitare ulteriori spaccature hanno votato quasi tutti a favore. L’unico contrario il primo cittadino di Apricena, Antonio Potenza, lamentando “l’ingenza della spesa, per di più, non documentata”. YouFoggia lo ha raggiunto al telefono per entrarvi nel merito. L’intervista, oltre a delucidare sul punto, è diventata una lente d’ingrandimento sulla gestione del Parco nel giudizio di un non poco contrariato Potenza: una gestione, a sua detta, fallimentare.
“Per legge – spiega Potenza – il parere della Comunità è obbligatorio ma non è vincolante, l’Ente deve conoscerlo ma alla fine decide sempre la governance del Parco, in questo caso il presidente perché non c’è ancora il Consiglio direttivo, non c’è la Giunta, in sostanza Pazienza, attualmente, a causa di un Ente monco, è uomo solo al comando. Detto questo – racconta il sindaco di Apricena – all’improvviso, e cioè 24 ore prima della seduta, è stato aggiunto un nuovo punto all’ordine del giorno ovvero sia quello relativo alla variazione di bilancio. Così, durante l’incontro ci è stato chiesto di votare la variazione dando quasi per scontato un nostro assenso, al che un po’ tutti i sindaci hanno sollevato dubbi perché si tratta di una variazione rispetto a una somma ingente, non c’era un preventivo, non c’era niente di niente, una roba molto ma molto anomala. Il presidente della Comunità, Rocco Di Brina, e poi a ruota tutti i sindaci, compreso me, hanno esternato una serie di oggettive perplessità e abbiamo chiesto dei preventivi, una descrizione del progetto. Ma non ci è stato fornito nulla. Si tratta di una somma risultante dagli avanzi di gestione dell’Ente dello scorso anno. Io faccio politica per il mio territorio. Da anni si dice, ed è scritto in diversi verbali di seduta della Comunità, che gli avanzi dovrebbero servire per conseguire progetti sui territori in area Parco: 2-3 anni fa dall’Ente ci chiesero di redigere dei progetti per la riqualificazione del territorio. Il Comune di Apricena li ha fatti e presentati: sono lì depositati da allora. Progetti che, per ciò che riguarda il mio territorio, ineriscono alle Fosse Granarie, a Pozzo Salso, altra zona per me estremamente importante – sottolinea Potenza -. Di progetti ne abbiamo fatti e ne potremmo fare a decine. Ma vengono del tutto ignorati”.
Perché allora se l’impostazione della Comunità sugli avanzi di gestione è uniforme, poi hanno votato tutti a favore e lei è stato l’unico a votare contro?
“Per evitare spaccature. E infatti alla fine hanno cercato in tutti i modi di convincere anche me a non votare o ad abbandonare l’aula. Ma io ero presente, ho manifestato quello che era il mio pensiero e ho espresso voto contrario, senza farne una questione strumentale. Anche se il presidente della Comunità Di Brina mi ha chiesto più volte espressamente di desistere dalla mia contrarietà: stavo per mandarlo a quel paese visto che già non ci parliamo. Io quello che dovevo fare l’ho fatto: penso e agisco con la mia testa. Al contrario degli altri. Per portare un esempio, Sementino (sindaco di Vico del Gargano, ndr) aveva detto prima che era contrario, poi si doveva astenere, poi, alla fine, poiché fa parte della cordata dei sindaci eletti nel direttivo, si è fatto convincere e ha fatto finta di uscire dall’aula. L’unico che si è astenuto manifestando la propria contrarietà con dichiarazione di voto è stato il sindaco di Rignano per le stesse motivazioni per cui io ho votato contro”.
In tutti i modi, non vi è alcuna norma che stabilisce che l’avanzo di gestione debba andare ai Comuni. Oppure no?
“Foss’anche non previsto da regolamento – continua il primo cittadino di Apricena – in tutti i modi il Parco con questi soldi cosa fa? Dovrebbe fare dei progetti sui territori dell’area, o sbaglio? Il problema è che non si fa niente! ll presidente Pazienza, nell’ultima seduta, ha ricordato che gli ispettori ministeriali sono contrari alla linea per la quale i sindaci sono orientati, noi abbiamo detto ‘scusate questi soldi di chi sono? Sono del territorio?’. Fermo restando, attenzione, che i Comuni non chiedono la gestione dei soldi. Noi chiediamo la realizzazione dei progetti sui nostri territori. Sarà giustamente il Parco a gestirne l’attuazione, a pagare il progettista, a pagare l’azienda: noi non vogliamo soldi liquidi, non vogliamo incarichi, non ce ne frega niente di queste cose, vogliamo l’attuazione dei progetti sui nostri territori, perché altrimenti a me questo Parco a cosa mi serve? Poi – aggiunge Potenza – c’è un’altra questione: è un anno che chiedo al presidente Pazienza i moduli antincendio che sono stati acquistati dal Parco per il comodato d’uso ai comuni. Attualmente ad Apricena siamo senza moduli antiincendio, se scoppia un incendio io non so come fare! Ho chiesto al presidente mille volte: ‘Visto che ci sono dei soldi da poter dare ai comuni, finanzia il mio territorio per questa finalità’. Non ho ricevuto alcuna risposta. Ho dovuto fare debiti in conto cassa a Palazzo di Città e litigare con il dirigente comunale per acquistare i moduli antiincendio. Fermo restando la mia stima e il mio apprezzamento nei confronti del presidente, il mio è un discorso di natura politico-amministrativa: non trovo giusto tutto questo”.
Potenza, ha una visione dell’Ente piuttosto ‘nera’.
“La verità è che per realizzare il minimo progetto nelle zone comunali che ricadono in area Parco dobbiamo aspettare i tempi biblici e le autorizzazioni, che spesso diventano veti, dell’Ente. Questo è il parco che vogliamo? Se tu chiedi ai miei cittadini che cos’è il Parco, ognuno di loro ti risponderà: ‘Una rottura di scatole!’ Se si immaginano progetti in zona Parco la sostanza è che per un motivo o per l’altro non si può fare niente! Questo è quello che oggi ogni persona della mia città recepisce dall’Ente. Non si fa niente, progetti zero! Il parco nella mia città viene visto come un Ente inutile se non addirittura ostativo allo sviluppo del territorio. E’ per questo che già tempo mi sto barcamenando perché vorrei uscire da questo circuito. I cacciatori e gli agricoltori sono arrabbiatissimi. Pure il Comune di Tremiti ha fatto battaglie perché, anche lì, il Parco doveva essere un valore aggiunto e invece è un freno per lo sviluppo locale. Queste sono le battaglie che andrebbero portate avanti ma qui si pensa più al poltronificio che a lavorare. Io – precisa Potenza – dalla mattina alla sera sto in Comune per portare finanziamenti e progetti perché a me del resto non me ne frega niente e infatti tante volte ho disertato le riunioni convocate dal Parco perché si fanno sempre le stesse discussioni da anni. Sono 8 anni che faccio il sindaco, ormai mi sono stufato!”.
Ha parlato di “poltronificio”.
“Quando nacque il Parco nazionale del Gargano c’erano tanti buoni propositi per lo sviluppo del territorio, ma alla fine come spesso succede in Italia cosa è accaduto? Hanno fatto il carrozzone, i potenti di allora hanno messo un po’ di dipendenti, si sono spartiti un po’ di poltrone e queste dinamiche vanno avanti da 30 anni, arrivando ai giorni nostri. Come sta mostrando anche l’affaire ‘Pazienza-Villani’: anche qui la politica ha provato ad intervenire. Forse l’unico che non ha mai cercato di portare la politica dentro l’Ente è stato il sottoscritto, tant’è che io ho eccepito al Pd, durante il periodo del lockdown, l’appannaggio sulla Comunità che vuole esercitare attraverso la sua corrente di sindaci. La Lega si vociferava che avrebbe messo il presidente, i 5 Stelle il direttore: per me la politica dovrebbe sparire da questi ambiti, si è prima rappresentanti delle istituzioni e poi si è politici. C’è un’impasse che non va bene. Il parco è totalmente ingessato da queste dinamiche”.