Manfredonia, carabinieri mettono in riga la circolazione di bici elettriche: 20 erano “truccate” e viaggiavano come scooter. Elevate multe per 100mila euro -VIDEO-
I carabinieri della Compagnia di Manfredonia, con il supporto tecnico del personale della motorizzazione civile di Bar, hanno dato una stretta
all’uso improprio di biciclette elettriche modificate nella città sipontina. Durante un servizio di controllo della circolazione stradale effettuato domenica mattina hanno sequestrate circa 20 mezzi “truccati” che potevano raggiungere un a velocità in alcuni casi (50 km/h) pari al doppio di quella consentita (25 km/h). Lo ha stabilito la verifica approfondita del Banco prova velocità della motorizzazione alla quale i mezzi sono stati sottoposti. Salatissimi gli importi dei verbali notificati ai trasgressori che nel complesso hanno superato la soglia dei 100mila euro per guida manifestatamente pericolosa. Nello specifico è stato accertato che tutti, nessuno escluso, erano dotati di kit clandestini che consentivano ai conducenti di muoversi agilmente per le vie cittadine al pari di un vero e proprio scooter elettrico, indipendentemente dalla forza muscolare impressa sui pedali, al punto che alcuni mezzi sottoposti a verifica ne erano completamente sprovvisti, segno
inequivocabile della loro inutilità.
A seguito delle modifiche, le ex-biciclette a pedalata assistita sono state trasformate in veri e propri ciclomotori con tutto quello che il codice della strada impone nel caso di circolazione su pubblica via: una patente di guida, l’uso del casco protettivo, l’immatricolazione e quindi la targa. L’articolo 50 del codice della strada é molto chiaro e stabilisce la natura dei velocipedi, fissando condizioni e caratteristiche cui tali veicoli devono essere assoggettati. I velocipedi sono i veicoli con due ruote o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare, per mezzo di pedali o di analoghi dispositivi, azionati dalle persone che si trovano sul veicolo; sono altresì considerati velocipedi le biciclette a pedalata assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 chilowatt la cui alimentazione è progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o prima se il ciclista smette di pedalare.
Perché quindi si possa parlare di bicicletta elettrica a pedalata assistita è necessario che il veicolo si muova esclusivamente utilizzando i pedali anche nel caso in cui esista un motore ausiliario che faciliti la pedalata. I mezzi in sequestro, invece, potevano percorrere chilometri senza mai pedalare grazie ad un acceleratore o potenziometro posto sul manubrio. La specifica attività è stata voluta dalla Compagnia dei Carabinieri di Manfredonia per tutelare gli utenti della strada e scongiurare il verificarsi di incidenti stradali, anche mortali, con un conseguente passeggio più tranquillo, inoltre, per i pedoni del centro storico di Manfredonia.