Foggia, “cicchetterie” aperte oltre le ore 18. I controlli dove sono?
Mentre a livello nazionale (con una conferenza tra i ministri Speranza e Boccia insieme ai governatori delle regioni più a rischio e i presidenti di Anci e Upi) si discute su nuovi provvedimenti anti-covid, ancor più restrittivi, che potrebbero entrare in vigore entro martedì, contemplando, per esempio, l’individuazione di “zone rosse” sul territorio a livello regionale e metropolitano, l’innalzamento al 100% della didattica a distanza per le superiori e le terze medie, e forti limitazioni per negozi e centri commerciali, a Foggia, invece, sembra a tratti di essere in un’altra nazione. Se è vero com’è vero che alcuni non rispettano neppure le limitazioni che già esistono e che sono entrate in vigore il 26 ottobre con l’ultimo Dpcm. Il riferimento, in particolare, va alla chiusura degli esercizi di ristorazione, pasticcerie, gelaterie e bar alle 18. Ebbene, salvo che le “cicchetterie” rientrino in una categoria diversa dai bar, e ciò non pare, almeno dal punto di vista della tipologia di attività esercitata, ci troviamo di fronte a casi di illegalità condotti senza scrupolo alcuno e sotto gli occhi di tutti. Ma soprattutto, senza nessun controllo. Chi ieri sera ha avuto l’occasione di girare per alcune zone del capoluogo dauno (non stiamo parlando del centro ma di aree più periferiche o decentrate) si sarà potuto rendere conto come diversi locali preposti alla somministrazione alcolica fossero tranquillamente aperti e ospitassero clienti e avventori, all’interno dell’esercizio e davanti al bancone, vendendo loro da bere come se tutto fosse nella normalità. E’ la segnalazione di un lettore che ha notato, girando per Foggia ieri sera intorno alle 21, non uno ma più episodi del genere, inviandoci documentazione fotografica. Che non pubblicheremo perché il nostro compito non è quello di accanirci contro le difficoltà economiche che i commercianti vivono in questo momento (anche se, ad ogni buon conto, non ci pare giusto che vi sia chi rispetta le regole e tira la cinghia, e poi esistano i “furbetti”, da sempre specie antropologica distintiva di questa città) bensì quello di segnalare un fenomeno che va avanti da giorni a scapito di qualunque tipo di cura e attenzione nei confronti della lotta alla pandemia. Fenomeni di illegalità che chiunque avrà modo di passeggiare per Foggia in queste sere potrà constatare di persona, dal Cep a Candelaro, passando per San Pio X o viale Michelangelo. In tutto ciò, torniamo a ribadirlo anche in questa circostanza, dov’è chi dovrebbe vigilare sul rispetto delle norme anti-contagio impartite dall’ultimo Dpcm?