Che fine hanno fatto schede e verbali delle urne? A un mese dalle votazioni Corte d’Appello ancora a mani vuote. E il consiglio regionale resta nel guado
E’ mistero sulla proclamazione dei nuovi eletti nel consiglio regionale della Regione Puglia. O meglio su che fine abbia fatto la rendicontazione dell’esito delle urne delle varie province del Tacco d’Italia. La commissione in seno alla Corte d’Appello di Bari avrebbe dovuto ricevere tutta la documentazione a inizio ottobre. Si erano ravvisati ritardi sin dai primi giorni post voto, ma poi, tutto sembrava risolto: era trapelato che le schede sarebbero arrivate nel capoluogo di regione di lì a breve e tutto si sarebbe potuto risolvere entro il 15 ottobre. A quanto pare non è così, perché dalla stessa Corte d’Appello fanno sapere di non aver ricevuto ancora nulla. Soltanto due sezioni distaccate dei tribunali deposti alla verifica della schede e al loro invio alla sede centrale (che dovrebbe successivamente ratificare i risultati e decretare gli eletti) si sarebbero effettivamente attivate e starebbero portando in dirittura d’arrivo la spedizione: stiamo parlando dei tribunali di Bari e Bat. Il resto delle province è ancora un grande punto interrogativo, un grosso non pervenuto. Il problema potrebbe dipendere dalle numerose contestazioni sull’attribuzione dei voti, cosa che potrebbe aver reso necessario un ricalcolo. Il quale comunque non può essere giustificato nell’ordine di quasi un mese di ritardo dalle votazioni. Una situazione anomala, per dirla con un eufemismo, che potrebbe complicare non poco la vita al presidente Emiliano e all’incipit del suo nuovo mandato. Senza contare i diversi ricorsi effettuati da alcune liste sulla corretta interpretazione delle complessa legge elettorale con sbarramento al 4% per lo scatto del seggio e premio di maggioranza (con possibilità di soglie consiliari risicate) al 40%. Una questione aggiuntiva che potrebbe complicare e ritardare ancor più una situazione ambigua e già fuori tempo massimo. Su quest’ultimo punto i ricorsi al Tar, con successivo pronunciamento dell’organo regionale della giustizia amministrativa, che potrebbe confermare o sparigliare le carte, non partiranno se non dopo la proclamazione dei consiglieri eletti. E, come capita nel gioco dell’oca, per continuare, ritornare al punto di partenza.