Foggia, video hot ed estorsioni. Ex direttore Caritas immortalato a consumare atti sessuali e ricattato da due persone. I legali degli indagati respingono le accuse
Sono accusati di estorsione aggravata ai danni dell’ex direttore della Caritas di Foggia, prelato di 63 anni molto noto in città, ricattato con un video a luci rosse in cui lo stesso avrebbe consumato atti sessuali con uno dei due estorsori, entrambi 39enni. I fatti risalgono nel periodo a cavallo tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018, quando il concubino (per altro affetto da gravi deficit cognitivi, come risulta dagli atti d’indagine giudiziaria) del prete avrebbe girato un video durante i momenti di intimità e lo avrebbe consegnato ad un amico che poi avrebbe provveduto ad effettuare la richiesta di estorsione al parroco, formulata nell’ordine di 20mila euro, ma di cui sarebbe stata riscossa solo una parte, 11.500 euro. Soldi versati in tranche dall’ex direttore della Caritas sotto la minaccia che il video sarebbe finito nelle mani de Le Iene provocando uno scandalo. Salvo poi ripensarci e sporgere denuncia contro i due. Sulla vicenda sono intervenuti gli avvocati degli indagati. Da parte sua, Maria Morelli, legale del partner sessuale del prete, sottolinea che il suo assistito “è affetto da gravi disturbi e deficienze a livello psichico, come da documentazione medica, e che dunque non è assolutamente da escludere che la vittima, in questa vicenda, possa essere proprio il mio assistito, il quale è stato aggirato, stante la grave situazione di salute che lo stesso patisce”. Mentre Michele Sodrio, avvocato dell’altro 39enne, ovvero colui che ha portato materialmente avanti la richiesta e la riscossione di denaro nei confronti del prelato, chiarisce quanto segue: “Sono assolutamente certo che si tratta di una clamorosa mistificazione della realtà contro il mio assistito, il quale non ha commesso alcuna estorsione e anzi ha fatto tutto il possibile per risolvere la questione senza danneggiare il sacerdote e cercando però anche di tutelare il suo fraterno amico, affetto da grave deficit cognitivo, che era stato in qualche modo soggiogato dalla personalità del prete ed aveva quindi acconsentito a compiere atti omosessuali […] Già nei mesi scorsi il mio cliente si era sottoposto ad un lungo interrogatorio in Procura, alla mia presenza, chiarendo come stavano effettivamente le cose e negando nella maniera più assoluta che vi fossero questi famigerati video a luci rosse e che vi sia mai stato alcun ricatto. Mi limito solo ad osservare che di fronte ad un’accusa così grave, nel 100% dei casi, se vi sono indizi sufficienti gli accusati vengono arrestati, o in carcere o al meglio ai domiciliari. Mi è giunta poi notizia che il sacerdote sia stato rimosso dalla Curia e non occupa più quell’importante ruolo di direttore della Caritas, il che già la dice lunga su chi siano davvero le vittime in questa triste vicenda”, conclude l’avvocato Sodrio.